Urbanistica INFORMAZIONI

La biografia progettuale della città: 1975-2011

Per ricostruire la biografia di Genova attraverso gli eventi progettuali, tracciamo tre percorsi tematici che riguardano: il rinnovamento del sistema produttivo; le iniziative per rilanciare il porto; la valorizzazione dell’affaccio a mare e la riscoperta della vocazione urbana del porto storico.

Eventi progettuali per la promozione di un sistema economico e produttivo rinnovato


Il declino delle specializzazioni produttive negli anni settanta coincise con la redazione del Prg ottanta. Il crollo del sistema economico genovese - imploso tra l’ottantre e l’ottantaquattro - portò con sé elementi di contraddizione rispetto allo schema del piano: subito dopo la sua approvazione gli indirizzi urbanistici del Comune furono ribaltati, mentre si annunciavano due interventi indotti dalla crescita del settore terziario.
Da un lato si ebbe l’interpretazione in chiave direzionale dell’area retroportuale di San Benigno (1977-1985). Dall’altro si tentò di traslare il baricentro urbano verso levante mediante il centro direzionale di Corte Lambruschini (1981-1985). Il Comune finì quindi per interpretare la direzionalità come risorsa per uscire dalla crisi industriale.
Nella seconda metà degli anni ottanta le ampie dismissioni industriali furono colte come occasioni per avanzare proposte che si incentrarono sul Ponente e sulla Valpolcevera, integrando reindustrializzazione e riconversione funzionale.
Consideriamo i programmi urbanistici inerenti il complesso siderurgico di Cornigliano. Tra il 1986 ed il 1988 si colloca la presentazione di “Utopia”: il progetto di una città leggera. Prima iniziativa per la riconversione industriale e la rinascita urbana di Cornigliano, promossa dal presidente Finsider Giovanni Gambardella, che restò però inaccolta. Per giungere all’ultima versione del Pru approvato (2008-2009) si dovrà così passare dall’Accordo di Programma del 1999 alla svolta dell’Atto Modificativo del 2005, sino al concorso internazionale d’idee sulla cui base è stato definito un masterplan (2007) ed uno Schema di Assetto Urbanistico.
Sempre nei secondi anni ottanta si situa anche il progetto per la “Technocity del Ponente Genovese” riferito ai comparti produttivi di Sestri Ponente-Calcinara, premessa ai programmi successivi per Genova “città dell’elettronica industriale”.
Tra le altre proposte va segnalata “Viva Genova”, un progetto presentato nel 1987 dalla Erg per la dismissione degli impianti petroliferi a San Quirico, San Biagio e Multedo. Proposta rigettata nel 1991.
Per ciò che concerne l’area di Campi – prima occupata da uno stabilimento Italsider – nel 1988 furono avviate operazioni di risanamento gestite dalla “Società per la Bonifica e la Valorizzazione dell’Area”. Per la definizione di un masterplan urbanistico fu affidato allo studio Gregotti Associati il compito di ideare un rinnovato complesso tecnologico-produttivo. Si optò in seguito per assegnare un secondo incarico ad un gruppo di progettazione locale, coordinato da Paolo Cevini, Giuliano Forno e Bruno Gabrielli. Tra il 1990 ed il 1992 si diede corso ai primi interventi di reindustrializzazione leggera.
Sullo sfondo di questi interventi si pone la redazione del Piano Territoriale di Coordinamento degli Insediamenti Produttivi (1987-1992), atto di pianificazione della Regione Liguria rivolto ad affrontare il tema della dismissione e riconversione individuando 16 aree di intervento nel Ponente genovese.
Il seguente Piano Urbanistico Comunale (elaborato tra 1994 e 2000) presenterà ricorrenze previsionali con il PTC, risultando determinante per la realizzazione dei progetti formulati nei primi anni novanta – aree di Campi e due Programmi Integrati per San Biagio (1994-1996) – e per portare a compimento la riqualificazione dell’ex area industriale di Fiumara. Proprio il Pru di Fiumara (1996-1998) si affermerà come emblematico nel campo della riconversione di aree dismesse non finalizzata alla reindustrializzazione.
Nel giugno 2000 la definitiva chiusura dell’IRI sollecitò la promozione di un paradigma economico inedito. Sul percorso che conduce dalla città come “vertice del triangolo industriale” allo sviluppo della “città delle alte tecnologie” un fatto decisivo è costituito da uno dei progetti cardine dell’Affresco di Renzo Piano: il Technology Village Leonardo sulla collina degli Erzelli (2004). Dopo l’abbandono di Renzo Piano (2006), la svolta nella vicenda arriva con l’Accordo di Programma del 2007 che delinea gli sviluppi del nuovo masterplan approvato nello stesso anno, elaborato dagli architetti Mario Bellini e Franco Corsico. La recente apertura dei cantieri agli Erzelli (2009) è forse il segno più tangibile della sfida – tuttora aperta – che Genova ha assunto dai primi anni ottanta per l’innovazione del proprio sistema produttivo ed insediativo.

Eventi progettuali per l’incremento della competitività del porto


Il Consorzio Autonomo del Porto sembrò recepire con tempestività l’innovazione del container, deliberando la realizzazione dei primi terminal contenitori del Mediterraneo: Ponte Libia ed il Molo Ronco (1968-1971). Il decennio seguente fu però contraddistinto dalla mancata modernizzazione del porto. Solo tra il 1981 ed il 1983 si riattivò il dibattito sul destino dello scalo e sui piani per la sua trasformazione.
Lo spartiacque è rappresentato dalla presidenza del CAP di D’Alessandro (gennaio 1984). Nei suoi “libri blu” fu raccolto il progetto di rinnovamento del sistema portuale genovese. Sarà la nuova presidenza del CAP di Magnani (marzo 1990) ad avviare la fase di privatizzazione delle attività portuali ed a mettere a punto un piano di gestione che anticipò la riforma della L. 84/1994.
Parallelamente al processo di ristrutturazione organizzativa emerse l’ipotesi di un porto regionale, sviluppato come un unico sistema integrato, che trovò espressione nel “Progetto Pilota dei porti liguri”. L’origine del progetto si colloca alla metà degli anni settanta, promosso dalla Regione Liguria. La proposta fu avanzata nella primavera del 1981. L’iniziativa abortì, ma quell’idea riemerge oggi in diversi documenti.
Tra gli altri progetti si dovrebbe ricordare quello per la “zona franca” genovese, al fine di presentare Genova come “porto di imbarco, trasformazione e sbarco” di produzioni tecnologicamente avanzate. Dopo la legge istitutiva (L. 202/1991) e la costituzione della “Società per la zona franca di Genova” – che aveva individuato nell’area di Cornigliano la localizzazione più idonea - il progetto conobbe un definitivo blocco.
L’evento maggiormente rappresentativo del periodo resta comunque la progettazione e la realizzazione del porto container di Voltri. Dopo una variante - risalente al 1976 - che introdusse nel lay-out elementi di novità rispetto al Piano Regolatore Portuale del sessantaquattro, gli anni dal 1977 al 1982 sono caratterizzati da una serie di infruttuosi tentativi di reperire i finanziamenti necessari. Solo con gli investimenti statali attribuiti dalla L. 119/1981 e con il contributo dei fondi FIO del 1984 sarà dato inizio alle opere nel 1986, sulla base del progetto approvato l’anno prima. La piena operatività raggiunta dal porto di Voltri nel 1994, implementata dall’attività dell’altro terminal container di Calata Sanità, fece recuperare nel triennio successivo i traffici perduti in quasi vent’anni di recessione.
Con il Commissario Fabio Capocaccia nasceva la prima “Autorità Portuale” italiana, di cui fu eletto presidente Giuliano Gallanti (gennaio 1996). Nello stesso anno ha inizio la redazione del nuovo Prp - adottato nel 1999, approvato dalla Regione nell’anno 2001 ed ancora vigente. Per quel Prp si attivò uno stretto rapporto di collaborazione con l’Università, si costituì l’Agenzia per il Waterfront ed il Territorio. Infine furono coinvolte quattro figure di rilievo internazionale quali Rem Koolhaas, Bernardo Secchi, Marcel Smets e Manuel de Solà Morales.

Eventi progettuali per il rafforzamento della relazione della città con il porto storico


Nei primi anni ottanta la problematica della “riconnessione città-porto” fu affrontata su impulso del presidente del CAP, D’Alessandro. Un’esposizione internazionale per i 500 anni dalla scoperta dell’America fu l’occasione per la rivitalizzazione del waterfront urbano.
Dopo l’affidamento a Renzo Piano del compito di redigere un “piano quadro” per l’Expo’92 (febbraio 1984), i rappresentanti di Regione, Comune e CAP siglarono un protocollo d’intesa e fu istituita la “Commissione Triporto” (maggio 1985). La relazione tecnica della Commissione (luglio 1986) definì gli orientamenti posti a fondamento del progetto definitivo di Renzo Piano (febbraio 1989) che si completerà con la progettazione dell’acquario a Ponte Spinola.
Il Comune formulò infine una “delibera quadro” (gennaio/marzo 1990) che escludeva l’ipotesi avanzata dall’americano John Portman (1988), i cui tratti distintivi consistevano nell’isola triangolare e nel fuori scala della torre conica post-moderna collocata al centro del porto storico. Con la scelta di affidare a Renzo Piano l’operazione Expo (novembre 1988) veniva definitivamente accantonato il progetto Portman; mentre un progetto precedente (1984), riconducibile a Piero Gambacciani, dapprima rigettato, fu parzialmente attuato un decennio più tardi con la riconversione a porto turistico dei moli Morosini e Calvi.
Rispetto al recupero della relazione tra porto e città storici si dovrebbe poi riconoscere al SOI-Studio Organico d’Insieme, un ruolo non secondario. L’elaborazione del SOI (1980-1981), incentrata su 6 progetti pilota per la città antica genovese, fu infatti l’occasione in cui Giancarlo De Carlo avviò lo studio di un rinnovato rapporto tra il centro storico ed il suo affaccio a mare. Da qui la decisione sia di orientare il lavoro dell’ILAUD verso l’incarico per il SOI (1980-1982), sia di includere nell’esercizio di progettazione l’antica Darsena comunale.
Conclusasi l’esperienza del SOI per l’area di Pré, De Carlo affrontò il tema della Darsena nell’ambito di un primo corso di progettazione presso la Facoltà di Architettura di Genova (1983-1985). Ne seguirono altri due: nel primo (1985-1987) le riflessioni progettuali di De Carlo furono dedicate alle stesse aree del porto storico studiate da Renzo Piano. Nell’ultimo corso di progettazione – terminato nel 1989 – l’attenzione fu posta sulla sequenza di spazi che si può incontrare nel passaggio da piazza Caricamento a piazza Cavour.
La linea di continuità, esistente tra diversi eventi progettuali incentrati sul porto storico, può emergere da un ideale percorso tra alcuni dei principali interventi programmati.
Ad esempio partendo da quelli inerenti il Ponte Colombo, il Ponte Doria ed il Ponte dei Mille, con i progetti approvati (1990) per il terminal traghetti e la stazione marittima. Proseguendo verso levante si incontra il caso della dismissione dell’ex silos granario Hennebique e delle ipotesi progettuali prospettate a partire dai primi anni novanta per la sua conservazione ed il suo riuso, ancora oggi da completare. Non va tralasciato il “Piano per il recupero della Darsena Comunale” (1990) e la conseguente elaborazione di 7 progetti di massima, lungo un processo attuato tra il 2001 ed il 2005 sulla base di un ulteriore Pru (1998).
L’itinerario può concludersi con il concorso di progettazione per la sistemazione dell’area di Ponte Parodi (2001). La soluzione premiata - proposta da UN Studio – prefigura un’ulteriore espansione del “parco urbano portuale” e la costruzione di una rinnovata relazione con l’adiacente complesso degli edifici della Darsena.
L’evoluzione del tema della riappropriazione da parte della città del proprio waterfront resta quindi un motivo progettuale aperto, connesso con la riqualificazione dello spazio pubblico oltreché con le problematiche riguardanti il centro storico. Aspetti che dovrebbero essere ulteriormente approfonditi: il nuovo Puc 2011 ed il Prp in redazione potrebbero assumere in tal senso un ruolo d’indirizzo fondamentale.

Data di pubblicazione: 26 giugno 2012