Urbanistica INFORMAZIONI

Riforma urbanistica

Puntualmente anche in questa legislatura, come da decenni, al Parlamento viene presentato un Disegno di Legge per riformare la normativa del 1942. Nessuno dubita più che i nodi irrisolti degli strumenti del governo del territorio vadano affrontati, così come deve essere affrontata con spirito critico l’intera esperienza delle leggi regionali, approvate dopo la modifica del Titolo V della Costituzione. Esperienza che ha prodotto una sorta di “federalismo urbanistico” con tante regole e denominazioni diverse senza la guida di una legge sui principi del governo del territorio capace di imporre e coordinare i temi del consumo di suolo, della copianificazione come strumento anche di semplificazione, del modello di piano basato essenzialmente su di un piano strutturale programmatico non conformativo e portatore di una visione strategica e di un piano operativo prescrittivo e conformativo ma di durata limitata.
Puntualmente negli ultimi decenni ogni legislatura è però finita senza che la riforma urbanistica andasse in porto. Oggi ci troviamo di fronte ad una bozza di Disegno di Legge “Principi in materia di politiche pubbliche territoriali e trasformazione urbana” di iniziativa del Governo, una proposta che l’Inu ha definito apprezzabile perché “contiene principi e strumenti necessari ad adeguare il processo di programmazione territoriale alla contemporaneità”. La bozza di Disegno di Legge affronta infatti i temi:
- della perequazione territoriale, della compensazione e della fiscalità immobiliare;
- della rigenerazione urbana, assegnando uno specifico ruolo alla coesione sociale e all’edilizia residenziale sociale;
- dei diritti edificatori, che però secondo l’Inu devono “nascere e morire con il piano e dentro il piano”.
Questo processo di riforma presenta qualche speranza di successo maggiore delle iniziative precedenti non tanto e non solo perché nasce sotto gli auspici del Governo, ma anche perché si inquadra nel programma di riordino istituzionale che prevede la costruzione delle città metropolitane, la riorganizzazione delle provincie e le unioni dei comuni. In sintesi il governo dell’area vasta che la bozza di riforma urbanistica affronta nei termini di pianificazione di area vasta e che auspichiamo possa diventare la sede e l’ambito della pianificazione strutturale superando le esperienze di riforma regionale che hanno dimostrato l’inadeguatezza di questo strumento a livello comunale soprattutto per le realtà più piccole.
L’area vasta rappresenta da un lato l’ambito dove sono fallite le politiche e le pratiche urbanistiche: i piani Territoriali Provinciali con i lunghi tempi di redazione e approvazione e la loro ridotta efficacia ne sono la dimostrazione; dall’altro rappresenta lambito (l’abbiamo chiamata metropolitanizzazione) dell’effettiva dimensione spaziale dove oggi sono insediati gli abitanti, dove si svolgono le relazioni, dove si sviluppa la mobilità, dove interagiscono le imprese, dove è possibile salvaguardare l’ambiente e le risorse. L’area vasta che deve emergere dal riordino istituzionale incrociato con la riforma urbanistica deve quindi disegnare perimetri capaci di una visione strategica producendo quadri di riferimento condivisi e superando un approccio piramidale delle decisioni assumendo le decisioni sociali ed ambientali come le risorse della pianificazione territoriale.
La crisi e le modalità di uscita dalla crisi pone importanti problemi alle amministrazioni pubbliche, ai cittadini e anche agli urbanisti; nello specifico pone il tema di come il piano (e la riforma della legge urbanistica) possano garantire qualità urbana ed ambientale, servizi pubblici e case in affitto, in assenza di interventi pubblici diretti e di operatori in grado di trovare sostenibilità economica per finanziarli. Sembra una domanda senza risposta, ma forse proprio nel piano urbanistico e nella sua possibilità/capacità di “regolare” interessi pubblici e privati può essere trovato un equilibrio in grado di fornire risposte alle domande che anche il mercato pone.
Molti comuni grandi e piccoli sono alle prese con la redazione dei Piani Urbanistici e cioè nel tentativo di dare risposte credibili ai loro cittadini e al loro territorio; compito della tecnica urbanistica è anche quello di aiutarli ad attraversare il tempo della crisi, senza che questo debba significare continuare a vendere il territorio per fare cassa o rinunciare a dare risposte ai fabbisogni.
In altri termini significa assumere l’ipotesi di riqualificazione urbana investendo i processi di dismissione e avviando processi di sostituzione nei confronti degli spazi e del patrimonio degradato dal punto di vista urbanistico, edilizio ed energetico.
Urbanistica Informazioni si offre come luogo di dibattito, portando in primo luogo il patrimonio di conoscenze ed esperienze sviluppate dall’Inu, per contribuire alla definizione della riforma urbanistica.

Data di pubblicazione: 21 giugno 2014