Urbanistica INFORMAZIONI

Valorizzare i sistemi fluviali per prevenire il dissesto

L’obiettivo generale di questa seconda linea di intervento, coerentemente con le indicazioni derivanti dalla pianificazione sovraordinata (Quadro Territoriale Regionale Paesaggistico [1], Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale, Piano di Assetto Idrogeologico [2]) e i Piani di Gestione dei Siti di Interes-se Comunitario, è quello di assicurare la tutela, la salvaguardia e la conservazione degli habitat fluviali e delle specie vegetali e animali presenti, considerati prioritari anche al fine di prevenire i fenomeni di dissesto idrogeologico in atto.

A tal fine è importante garantire lungo il corso dei fiumi calabresi, con opportuni interventi di gestione, il mantenimento e/o il ripristino degli equilibri ecologici che caratterizzano gli habitat e che sottendono alla loro conservazione. Il raggiungimento di tale obiettivo rende necessario in particolare conciliare le attività umane che influiscono sullo status di specie e habitat presenti nel territorio fluviale con la loro conservazione. In un’ottica di riassetto delle attività umane presenti nel territorio fluviale per garantire la tutela delle biodiversità, la linea strategica in coerenza con la pianificazione sovraordinata e i Piani di Gestione de-linea strategie e propone interventi volti a promuovere attività economiche eco-compatibili, correlate con la gestione sostenibile dell’ambiente naturale e delle sue risorse, a beneficio dello sviluppo eco-nomico del territorio fluviale.

Uno degli obiettivi principali è quello di sostenere una fruizione dei territori fluviali modellata sulle esigenze conservazionistiche del territorio stesso da considerare come priorità [3].

L’identificazione degli interventi necessari all’attuazione della linea strategica pertanto perseguirà la mitigazione dei fattori che ostano al mantenimento della biodiversità nelle sue condizioni ottimali e che provocano minacce potenziali per le specie e per gli habitat.

Nell’ambito delle indicazioni europee, in particolare della Direttiva 2000/60, delle direttive Uccelli ed Habitat, in relazione alle norme vigenti in materia di difesa dalle e delle acque , a fronte di esperienze maturate in progetti che prevedono la salvaguardia e la gestione negoziata del paesaggio e dell’ambiente fluviale, la linea strategica individua nel sistema fluviale la componente più adatta a definire e sviluppare sul proprio territorio la conoscenza e le dinamiche del “mondo del fiume”, non solo dal punto di vista ambientale ma anche socioeconomico, favorendo la governance dei processi di sviluppo locale, coinvolgendo non solo gli enti preposti a tale attività di riqualificazione fluviale ma soprattutto gli attori ed i soggetti che sono direttamente coinvolti in tale processo a partire dai comuni fi-no ai soggetti privati.

Finalità

  1. tutela e gestione delle acque
  2. ripristino paesaggistico-ambientale
  3. valorizzazione dell’attività agricola multifunzionale
  4. difesa del territorio
  5. valorizzazione del territorio
  6. gestione del processo partecipato

Tali obiettivi sono strettamente correlati agli strumenti di pianificazione del territorio quali:
- PTA (Piano di tutela delle acque);
- PAI (Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico);
- QTRP (Quadro Territoriale Regionale Paesaggistico);
- PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale);
- PSC, PSA (Piani Strutturali Comunali e/o Associati).

Tutela e gestione delle acque

I Comuni Calabresi compresi nelle aree interne dovrebbero impegnarsi a mettere in atto tutte quelle azioni previste dalle normative comunitarie, statali e regionali atte a ridurre il rischio idrogeologico e l’inquinamento delle acque e a perseguire gli obiettivi di qualità secondo i modi ed entro i tempi definiti da tali normative. In questo contesto assume particolare rilevo il Piano di Tutela delle Acque alla cui definizione ed implementazione i soggetti sottoscrittori convengono si debba pervenire in modo coordinato e partecipato, al fine di poterne condividere ampiamente i contenuti, riconoscendo in questo il primo ed essenziale momento per una sua applicazione incisiva ed efficace. In particolare, le diverse azioni che i Comuni si dovranno impegnare a definire, saranno finalizzate a:

  1. migliorare l’efficacia delle misure impiantistiche e ad integrarle con interventi di riduzione delle emissioni inquinanti all’origine e con tecniche naturalistiche di affinamento della depurazione;
  2. contenere l’immissione di sostanze inquinanti e potenzialmente pericolose nell’ambiente acquatico, attraverso adeguati sistemi di drenaggio urbano e migliorando i controlli ed il monitoraggio degli scarichi civili;
  3. innalzare la qualità delle acque superficiali ai livelli necessari per: * mantenere i fiumi come corridoi ecologici;
    * permetterne l’utilizzo irriguo in misura adeguata alla portata dei fiumi;
    * rendere possibile la fruizione ricreativa, paesistica e sportiva dei fiumi;
    * consentire l’esondazione controllata in area agricola senza che ciò comporti danni ai terreni o rischi alle acque sotterranee;
  1. concorrere alla realizzazione di ecosistemi locali con funzioni integrate di autodepurazione, sviluppo della biodiversità, ottimizzazione del ciclo delle acque;
  2. proteggere e salvaguardare le acque sotterranee, promuovendone un uso sostenibile, con particolare attenzione alle risorse pregiate da destinarsi prioritariamente al consumo umano e da conservarsi per qualità e quantità per le future generazioni;
  3. promuovere un uso razionale delle risorse idriche favorendone il risparmio, il riciclo e riutilizzo, in adempimento alle normative inerenti alla gestione delle acque.

Riqualificazione dei sistemi ambientali e insediativi afferenti ai bacini fluviali

Dovrebbero altresì impegnarsi a sviluppare politiche ambientali per:

- promuovere funzioni ecologiche, fruitive, di mitigazione del rischio idraulico e del rischio di inquinamento.
- promuovere la rinaturalizzazione delle fasce prossime ai sistemi infrastrutturali lineari.

I Comuni dovrebbero impegnarsi altresì a mettere in atto le azioni urbanistiche, generali e di settore, atte a riqualificare in termini di sostenibilità, fruibilità e sicurezza il rapporto tra fiumi e territorio.

In particolare, le diverse azioni dovrebbero essere finalizzate a definire, condividere e applicare indirizzi relativi a:

  1. risanamento e valorizzazione delle sponde fluviali e dei terreni contermini;
  2. riuso delle aree dismesse in funzione del rafforzamento e della ricostruzione delle relazioni fiume-territorio;
  3. trasferimento di funzioni e volumi incompatibili con le esigenze di sicurezza e difesa idraulica;
  4. recupero e valorizzazione degli elementi territoriali e urbani di valenza storica e di documentazione materiale della cultura fluviale;
  5. tipologie insediative che consentano di limitare l’occupazione di suolo e di liberare spazi aperti;
  6. qualificazione dal punto di vista ambientale degli insediamenti esistenti mediante l’adozione di opportuni strumenti di certificazione;
  7. valorizzazione delle maglie urbane storicamente connesse al fiume, riconnettendo al sistema fluviale spazi pubblici, ripristinando gli accessi ai fiumi e la loro percorribilità, attraverso una rete di sentieri e percorsi pedonali;
  8. valorizzazione di un’area del territorio caratterizzata dalla presenza di siti di interesse comunitario.

Riduzione del rischio idraulico

I Comuni dovrebbero impegnarsi a concorrere e a favorire la messa a punto di un adeguato program-ma di interventi per la difesa idraulica del territorio e a mettere in atto tutte le azioni necessarie per pre-venire i fenomeni di dissesto idrogeologico e atte a ridurre il rischio idraulico nei bacini fluviali garan-tendo la salvaguardia dell’ambiente, mettendo a punto uno studio dell’assetto idrogeologico.

In particolare, le diverse azioni dovrebbero essere finalizzate a:

  1. concorrere alla riduzione complessiva e alla prevenzione del rischio con interventi articolati territo-rialmente in ogni sezione idraulica e diffusi su tutto il territorio fluviale;
  2. garantire la multifunzionalità (ambientale, fruitiva, paesistica) degli interventi idraulici;
  3. diffondere su tutto il territorio l’adozione di regole per la prevenzione dei rischi, attraverso la limitazione e la regolazione del conferimento delle acque meteoriche nella rete fognaria e nel reticolo idraulico, la ripermeabilizzazione delle aree urbanizzate, la conservazione o il ripristino delle aree aperte prossime ai fiumi anche attraverso azioni di delocalizzazione dei manufatti;
  4. predisporre e rendere operativi adeguati strumenti di previsione e Piani di Protezione Civile nei confronti del dissesto idrogeologico e del rischio idraulico, integrando tali strumenti a scala inter-comunale/interprovinciale, per rendere più efficace la mitigazione del rischio anche mediante la definizione di aree temporanee di laminazione, promuovendo altresì opportune forme di informazione e sensibilizzazione delle popolazioni interessate.

Condivisione delle informazioni e diffusione della cultura dell’acqua

I Comuni dovrebbero ritenere fondamentale, per il raggiungimento delle finalità e degli obiettivi, lo sviluppo di un adeguato sistema per la piena condivisione, tra di loro, delle informazioni e l’attivazione di adeguate forme di pubblicizzazione delle stesse, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione con particolare attenzione alle tecnologie informatiche.

Dovrebbero pertanto realizzare un sistema informativo aperto e interattivo, che consenta la pubblicazione e l’accesso alle conoscenze in essere e a quelle che verranno acquisite, a tutti gli attori delle aree interne e, più in generale, a tutti i cittadini. Dovrebbero provvedere altresì a dare piena informazione, degli obiettivi e delle attività condivise, alle comunità che insistono sul territorio, mediante l’organizzazione di appositi momenti di confronto pubblico, la pubblicazione e diffusione di strumenti informativi di facile e ampia comunicazione. Dovrebbero impegnarsi a sviluppare azioni e programmi finalizzati a promuovere e diffondere la cultura dell’acqua, sia sotto l’aspetto etico che cognitivo, sollecitando e permettendo una piena partecipazione dei cittadini alle iniziative volte alla valorizzazione, alla tutela e all’utilizzo razionale delle risorse idriche.

Tali iniziative saranno rivolte in particolare alle giovani generazioni, ricercando e promuovendo la collaborazione delle agenzie educative presenti ed in particolare delle istituzioni scolastiche dell’obbligo. In tale contesto assume particolare importanza la collaborazione delle associazioni ambientali e culturali che operano sul territorio, a cui verranno proposte forme di collaborazione di varia natura tendenti a valorizzare il contributo che già danno, con la loro presenza e la loro attività, allo sviluppo della con-scenza, della tutela e della valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale legato alla presenza dell’elemento acqua.

La linea strategica, quindi, può essere definita come uno processo da far condividere da tutti gli attori presenti sul territorio regionale per delineare un piano di azione locale.

Obiettivi di sostenibilità ecologica per prevenire i fenomeni di dissesto idrogeologico:

- mantenimento e conservazione della biodiversità;
- riduzione delle cause di degrado degli habitat.
- mantenimento e miglioramento del livello di biodiversità degli habitat e delle specie di interesse co-munitario, prioritari e non;
- mantenimento e/o ripristino degli equilibri biologici alla base dei processi naturali;
- riduzione delle cause e dei fattori che possono causare la perdita o la frammentazione degli habitat;
- controllo ed eventualmente limitazione delle attività che incidono sull’integrità ecologica dell’ecosistema;
- armonizzazione dei piani e dei progetti previsti per il territorio;
- attivazione di processi per promuovere lo sviluppo di attività economiche eco-compatibili con gli obiettivi di conservazione dell’area.

Tutela attiva del territorio e comunità locali

La tutela del territorio delle Aree interne è oggi inadeguata. Il termine di tutela - insieme a quello di conservazione - è stato usato diffusamente in senso vincolistico, piuttosto che declinato nel senso di “cura delle risorse territoriali”. Inoltre spesso si dimentica che attraverso la tutela passa la “sicurezza del territorio”, anch’essa precondizione – insieme ai servizi di base – per contrastare i fenomeni di ab-bandono e di declino demografico e rilanciare processi di sviluppo. La messa in sicurezza diventa efficiente e possibile solo quando viene effettuata o promossa o supportata da una popolazione residente nel territorio, che sia capace di rappresentare gli interessi collettivi e possa divenire “custode del territorio” stesso, adottando in prima persona comportamenti proattivi e realizzando “azioni quotidiane” anziché grandi interventi sporadici. Con una popolazione invecchiata e sparsa, il territorio, specie quello di alta collina o di montagna, non sempre viene sufficientemente curato, con possibili gravi conseguenze di dissesto idrogeologico che ben conosciamo. In questo contesto, le sole possibilità di rivitalizzazione demografica ed economica sono quelle di:
a. trattenere in loco la popolazione giovane valorizzando la loro presenza come depositari delle eredità storico-culturali del territorio, fornendo perciò ai giovani un motivo ideale per rimanere. Dal punto di vista della vita quotidiana, da un lato la costituzione di sistemi locali intercomunali, e dall’altro l’esistenza della rete dovrebbero costituire le precondizioni per il trattenimento della popolazione giovane e adulta;
b. attirare popolazione straniera, che è giovane e desiderosa di affermazione sociale ed economica; Il processo di integrazione della popolazione immigrata va opportunamente preparato e seguito.

Riferimenti bibliografici

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[1Approvato dal Consiglio Regionale con deliberazione n. 134 nella seduta del 1 agosto 2016, il Quadro Territoriale Regionale a valenza Paesaggistica (QTRP) è stato adottato con delibera del Consiglio Regionale n. 300 del 22.04.2013.

[2Con la Delibera n. 3 dell’11 aprile 2016 il Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino della Regione Calabria ha approvato le “Procedure per l’aggiornamento del Rischio Idraulico del PAI Calabria - Nuove Carte di Pericolosità e Rischio Idraulico; la modifica delle Norme Tecniche di Attuazione e Misure di Salvaguardia (NAMS) del PAI relative al Rischio Idraulico”; le “Procedure per l’aggiornamento del Rischio Frane del PAI Calabria - Nuove Carte di Pericolosità e Rischio Frane; la modifica delle Norme Tecniche di Attuazione e Misure di Salvaguardia (NAMS) del PAI relative al Rischio Frana”.

[3Cfr.: 1) Bastiani M. (2011) Contratti di fiume Pianificazione strategica e partecipata dei bacini idrografici. Dario Flac-covio Editore. 2) Bastiani M, (2013) "Affinché l’Italia smetta di franare quando piove: i Contratti di Fiume per uscire dalla cultura del rischio e dell’emergenza" in Geologia dell’Ambiente (GA) N. 1/2013 Anno XXI - gennaio-marzo 2013, Periodico trimestrale della SIGEA, Società Italiana di Geologia Ambientale. 3) Bastiani M. (2014) "Fermare la crescita delle città: il ruolo delle aree agricole di margine tra fiume e città nella difesa del territorio e nella riduzione del rischio idrogeologico in Rivista Scienze del Territorio "Vol 2 (2014) - Ritorno alla terra a cura di Daniela Poli. 4) Braioni M. G., Barioni A., Salmoiraghi G. (2005), Valutazione integrata del Sistema Fiume - Corridoio Fluviale mediante Indici ambientali e paesaggistici. I casi studio: Adige e Cordevole, in Quaderni di Valutazione Ambientale (QVA - Studi 2), Ed. Associazione Analisti Ambientali, Milano.

Data di pubblicazione: 24 marzo 2018