Urbanistica INFORMAZIONI

Una scomoda verità

Fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza.

(Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno XXVI, 119-120)

Ogni anno il 5 giugno si celebra la giornata mondiale dell’ambiente: l’edizione del 2022 festeggia il cinquantesimo anniversario di tale iniziativa, istituita dalle Nazioni Unite nel 1972, quando fu adottata la Dichiarazione di Stoccolma che definì i 26 principi sui diritti e le responsabilità dell’uomo in relazione all’ambiente. Un evento che ha segnato l’avvio del difficile dialogo tra paesi industrializzati e in via di sviluppo sul legame tra crescita economica, inquinamento dell’aria, dell’acqua e degli oceani e benessere delle persone sulla Terra. Dopo 50 anni, l’edizione 2022 si intitola Only One Earth, a voler intendere che nella nostra galassia ci sono miliardi di pianeti ma solo una Terra.

Un monito? Certamente uno slogan inequivocabile che rappresenta un pressante richiamo alla presa di coscienza e alla responsabilità delle azioni dell’uomo di fronte all’emergenza climatica e ambientale.

Soltanto un mese dopo, il 3 luglio 2022, un imponente seracco di ghiaccio è crollato sulla Marmolada nei pressi di Punta Rocca: gli esperti spiegano che il crollo è stato causato dalle elevate temperature raggiunte nei giorni precedenti pari a +10°C in vetta (circa 3.340 metri di altitudine). Ci sorprende?

An inconvenient truth (Una scomoda verità) è il titolo del film-documentario diretto da Davis Guggenheim nel 2006, con protagonista l’ex vicepresidente degli Stati Uniti d’America Al Gore, che affronta il problema del riscaldamento globale e dell’informazione legata ai cambiamenti climatici. Che si ritenga di apprezzare o meno il contenuto della pellicola, essa pone di fronte all’annosa questione della ‘conoscenza’ quale azione di comprensione e giustificazione di verità, fatti o informazioni, del metodo per raggiungerla e delle dirette implicazioni che essa intrattiene col potere.

Se, come ricorda Campos Venuti, anche in materia di città e territorio va “tenuto fermo il presupposto, non sempre scontato in Italia, che per governare bisogna innanzitutto conoscere” (Oliva 2010), non è più rinviabile l’acquisizione di alcune consapevolezze. E non soltanto all’interno del mondo politico-amministrativo, scientifico, tecnico o accademico ma anche fra la cittadinanza.

E per conseguire tale risultato è necessario attivare sia i saperi esperti, sia quel mondo creativo della cultura che sollecita il pensiero e la curiosità della conoscenza attraverso stimolazioni sensoriali multiple. In un recente volume, Niccolò Scaffai (2022) evoca con lucida chiarezza gli ostacoli che sembrano impedire, o quantomeno limitare, le narrazioni intorno alla crisi ambientale e si domanda se possediamo gli strumenti narrativi per descrivere a fondo lo spazio che abitiamo e la sua fragilità. Ma, ancor più, Scaffai si domanda se ci stia davvero a cuore avere tali strumenti. Riproponendo venti racconti di altrettanti autori diacronicamente distribuiti sull’arco degli ultimi due secoli, argomenta circa il ruolo dell’uomo quale agente determinante decisivo della trasformazione del pianeta, da cui l’Antropocene (Crutzen 2000).

Attorno a tali questioni Urbanistica Informazioni n. 303 propone un ciclo di rubriche che offrono diverse chiavi di lettura circa modi e forme di abitare la Terra. Il Focus a cura di Ignazio Vinci esplora le politiche abitative in alcune delle principali città italiane (Milano, Genova, Firenze, Bari, Palermo) evidenziando i diversi processi economico-sociali e politico-istituzionali cui sono correlate, mentre Inu 90 Podcast ripercorre, attraverso l’esperienza di Marconi, Ridolfi e Frankl, le forme rurali e urbane del progetto urbanistico. Mosaico Italia, oltre a delineare le buone ragioni per migliorare la qualità insediativa urbana aggiornando il Piano regolatore di Roma (a cura di D. Cecchini), propone uno sguardo sull’abitare post-pandemia in Piemonte e Valle d’Aosta (a cura di S. Saccomani e L. La Riccia).

Nella riflessione della Community “Città creative e politiche culturali”, V. Salmoni evidenzia il rapporto antico e inscindibile fra urbanistica e cultura, accostando racconti assai diversi tra loro per approccio, comunicazione ed empatia, a rappresentare le polarità espressive e di contenuto che identificano lo spazio culturale in cui la Community agisce. Costruire maggiore consapevolezza su accessibilità e inclusione sociale è, invece, la strategia dell’attenzione attivata dalla Community “Città accessibili a tutti” grazie al contributo delle Università di Venezia, Genova, Udine, Sassari e del Politecnico di Milano.

Lo Spazio Giovani (a cura di L. Di Lodovico), affronta i temi di paesaggio, ambiente e territorio e Rassegna Urbanistica (a cura di E. Troisi e M. Grimaldi) narra esperienze di governance dei Gal attraverso l’attivazione dal basso delle strategie di sviluppo dei territori rurali.

Urbanistica, Società, Istituzioni (a cura di E. Coppola) raccoglie esperienze e riflessioni plurime; lo Speakers’ Corner cristallizza le criticità complesse del metodo dei ‘bonus’ per fare rigenerazione e Letture&Lettori presenta un ciclo di tre opere per leggere Venezia.

A chiudere il senso della narrazione i lemmi ‘patrimonio’ e ‘cambiamenti climatici’, implementando Significante&Significati, ci ricordano ancora una volta che "le parole sono importanti" (Moretti 1989) perché conferiscono identità e strutturano la memoria.

Riferimenti

Moretti N. (1989), Palombella rossa.

Oliva F. (a cura di), (2010), Giuseppe Campos Venuti. Città senza cultura. Intervista sull’urbanistica, Laterza, Roma-Bari.

Scaffai N. (2022), Racconti del pianeta Terra, Einaudi, Torino.

Data di pubblicazione: 29 luglio 2022