Urbanistica INFORMAZIONI

Una politica per le città italiane

Non vi è dubbio che l’agenda urbana abbia guadagnato un posto centrale nelle ricerche e discussioni degli urbanisti e pianificatori italiani in questi mesi di svolta tra la programmazione in fase di conclusione e quella che si accinge a essere lanciata per gli anni 2014-2020. Tuttavia la questione della politica per le città italiane è di lungo periodo e affianca lo sviluppo dell’urbanistica nel nostro paese alternando fasi di maggiore centralità nell’agenda politica nazionale e fasi di accantonamento. Le medesime alternanze si registrano nell’integrazione e nella separazione che quest’argomento ha provocato all’interno della comunità scientifica facendo alternare indirizzi rivolti allo specialismo e alla separazione tra interessi e linee di ricerca con momenti d’interazione intorno al comune nucleo del governo dello spazio (o del territorio).
Oggi arriviamo all’appuntamento più maturi specialmente se facciamo tesoro delle conoscenze accumulate senza pregiudiziali distinguo che rischiano di essere guidati più da posizionamenti ideologici o organizzativi che non dal consolidamento di affermazioni pragmaticamente supportate. Si tratta del dilemma che ci porta a dover trovare i percorsi delle azioni sul sottile filo che demarca il campo delle scienze e quello della politica, due regni per lo più intersecati e sovrapposti, a volte, tanto intrecciati o sfumati che non se ne distinguono le pertinenze.
Non si prenda questa constatazione come la solita (e di voga) lamentela contro politica e politicanti a cui si attribuisce ogni male di cui soffre la nostra società. Seguendo questa idea dominante, liberarsi della politica e dei politici sarebbe sufficiente e, a sua volta, la scienza, oramai purificata e accreditata, darebbe le risposte necessarie alla salvezza. Al contrario, l’appena affermato intreccio riconosce il ruolo di guida della politica, nel senso di attività razionale intorno ai valori, di selezione degli obiettivi e di guida delle conoscenze. Si tratta di una pratica intrinseca al lavoro della ricerca, spesso poco riconosciuta e aiutata, ancora più raramente collettivizzata ma lasciata al solipsismo del ricercatore ovvero alla meno edificante speculazione per orientarsi tra le opportunità di finanziamento dei progetti.

Le precedenti Giornate come premessa
Il programma di questa Giornata di Studio INU, seguendo l’ottica appena accennata, si può vedere come l’esito di un percorso già intrapreso dal 2008 con la Giornata dedicata ai valori. Nell’anno successivo l’argomento fu il rapporto con la politica e richiamò a una riflessione sull’evoluzione che si era avuta nelle ultime tre decadi. Emersero i molteplici ruoli che la politica svolgeva all’interno dell’azione urbanistica e dei comportamenti degli urbanisti. Ci sono le politiche svolte dalle associazioni. Poi la disciplina urbanistica si è spesso proposta come politica di governo del territorio o si è prestata a strumento di realizzazione di politiche di settore come quella della casa o dello sviluppo industriale. Gli urbanisti hanno usato la scienza dell’analisi delle politiche per analizzare processi di trasformazione delle città o per proporre azioni per la soluzione di problemi urbani. La politica ha guidato approcci teorici e metodologici alla conoscenza generando correnti di pensiero a volte radicalmente critici o, in altri casi volti alla costruzione di strumenti efficienti di attuazione dei programmi governativi. È radicata tradizione la politica come dibattito che divide e mette a confronto i pianificatori per argomentare, sulla base di valori contrapposti, nel momento che sono coinvolti nell’azione pubblica, vuoi che provenga dalla loro iniziativa o che sia posta all’ordine del giorno della politica nazionale ed europea. Al suo fianco, e senza alcuna pretesa di soppiantarla, si è andata, più di recente, ad aggiungere la politica come esercizio razionale che si propone due campi di sviluppo: 1) condurre una conversazione pubblica per confrontare i valori cercando punti di contatto, condivisioni o fini comuni verso i quali indirizzare l’azione della comunità in un processo d’integrazione (anche se sempre parziale o provvisorio); 2) mettere a punto strumenti che rendano efficaci i programmi pubblici sulla base della conoscenza e valutazione delle esperienze condotte da cui trarre insegnamento nelle buone pratiche o negli errori commessi.
In questo quadro articolato della presenza della politica nel nostro campo, la successiva giornata del 2011 ha riversato la problematica urbanistica dei nostri giorni. Il titolo “città senza petrolio” la riassume in senso prospettico di lungo periodo cercando di scoprire un senso quasi epocale della svolta a cui siamo di fronte per richiamare un impegno di pensiero molto approfondito e molto innovativo di fronte alle sfide sempre troppo sottovalutate, specialmente quando si resta imbrigliati nelle frequenti emergenze.
La condizione urbana non appare più separabile dai cambiamenti globali, dove s’intrecciano i processi di sviluppo dei paesi asiatici e latinoamericani con il riscaldamento globale, la redistribuzione delle attività e del benessere economico. Di fronte all’insostenibilità del sistema globale, la città è richiamata a una prova che ha già più volte dimostrato di saper superare, ogni volta dimostrandosi la struttura idonea all’insediamento umano sulla terra nonostante il mutamento anche profondo dei regimi politici o economici.
L’anno dopo, a quest’apertura problematica si è posta l’esigenza di una riposta positiva, dell’appello a soluzioni possibili dei problemi indagati. A calamitare questa visione futura si è indicata la “città sobria”, un’immagine che postula il rifiuto del consumismo nei suoi aspetti di spreco come esigenza di una modifica dei comportamenti altrettanto indispensabile quanto la trasformazione urbanistica delle infrastrutture e delle strutture fisiche della città, assegnata all’evoluzione tecnologica e organizzativa del territorio.
In questo dualismo al pianificatore è richiesta l’innovazione tanto in campo tecnico, costringendolo ad una revisione dell’apparato teorico-disciplinare e dell’affidabilità tecnologica delle costruzioni e delle infrastrutture rispetto agli obiettivi di sostenibilità, quanto sociale di accompagnamento all’evoluzione dei modi di vita urbana, del mutare dei rapporti pubblico-privati, delle nuove forme dell’abitare collettivo, dei rapporti con la natura e le risorse naturali.
Con tali premesse si giunge all’agenda urbana con l’augurio che la focalizzazione sulla politica per le città italiane possa, almeno in parte, recuperare il patrimonio di riflessioni, approcci e conoscenze accumulate negli anni delle precedenti edizioni della Giornata di Studi.

L’articolazione delle tracce
La Giornata di Studi 2014, come si propone di essere integrata nella sua evoluzione, allo stesso tempo, con ancora maggiore decisione si è proposta come momento centrale dell’elaborazione culturale dell’INU, nonostante continui ad aprirsi a tutti gli studiosi offrendo un foro di presentazione delle loro ricerche. Quest’assonanza si nota nella scelta delle tracce le quali riflettono l’organizzazione dell’Istituto per commissioni di lavoro e sezioni regionali: allo stesso modo abbiamo lanciato un gruppo di tematiche ed un gruppo di aree geografiche. A loro volta gli argomenti rispecchiano parte delle commissioni e gruppi di lavoro, in special modo quelle all’interno delle quali il lavoro di elaborazione aveva dato i frutti migliori.
Altro fattore rilevante di questa edizione è stato il coinvolgimento di Urbanistica Informazioni e di Planum. Va riconosciuto l’importanza crescente che le riviste scientifiche vanno assumendo nella nostra comunità. Anche tra gli urbanisti si sente la necessità di un’informazione rapida, di una circolazione maggiore delle ricerche anche al di fuori delle cerchie più ristrette delle scuole o dei gruppi di lavoro per una fertilizzazione incrociata dei risultati e degli approcci. Sono cambiamenti indotti dall’internazionalizzazione che spinge contemporaneamente alla settorializzazione con approfondimento e stabilità nel tempo delle linee di ricerca, da un lato, e scambi sempre più estesi, dall’altro.
Infine, il legame più stretto con il Premio della Letteratura Urbanistica, anche se non riesce a stimolare una maggiore candidatura e partecipazione al voto della stessa misura che si è realizzata per la partecipazione alla Giornata, rimane promettente.
La quantità delle presentazioni preferisce nettamente ambiente e spazio pubblico confermandoli come il centro degli studi in urbanistica. È auspicabile una corrispondenza tra questi interessi e le scelte della politica urbana con il riconoscimento, a essi, del prioritario interesse pubblico. In questo caso, la sensibilità dei ricercatori va considerata in sintonia non solo con l’analisi dei problemi, ma anche con la percezione che di essi ne ha l’intera popolazione, sintomo di un efficiente circolazione delle informazioni e di una apertura della comunità scientifica alla società attraverso consolidate pratiche di consultazioni e partecipazione nei processi di pianificazione e nelle procedure di indagine.
Le necessità organizzative di un incontro così affollato come il nostro richiedono una separazione di argomenti che dovrebbero essere tra loro intrecciati come le politiche infrastrutturali con quelle che abbiamo appena richiamato come argomenti di maggiore interesse, oppure come i percorsi di trasformazione e sviluppo e perfino di potenziamento delle competitività territoriali con gli effetti indotti di emarginazione sociale, ovvero con l’attenzione alle medesime aree in ritardo per mobilitare capitale umano potenzialmente valorizzabile. Al centro di queste ultime problematiche si pone il ruolo della metropoli con tutte le aspettative suscitate dall’avviata sperimentazione delle nuove forme di governo ed il ritardo accumulato in Europa.
Sul consumo di suolo e città diffusa studi e riflessioni si accumulano già da anni e troveranno una rinnovata formulazione in questo nuovo contesto rivolto alla visione del futuro assetto del territorio, con politiche dove si possa trovare un efficiente equilibrio tra regolamentazioni inibitive e incentivi che dirottino le trasformazioni sulle aree urbanizzate con la densificazione dei centri e l’organizzazione policentrica, seguendo il precetto di Sun-tzu : “Lascia sempre al tuo nemico una via di fuga, sarà più facile sconfiggerlo”.

Data di pubblicazione: 17 dicembre 2014