Urbanistica INFORMAZIONI

Politiche urbane

Le città sono protagoniste del futuro, nel quale si candidano a produrre innovazione. Sono risorse preziose, in diverse condizioni di stato e valore, erogatrici di servizi, a sostegno della società e dell’economia.
L’Europa promuove l’investimento sulle città e identifica le aree urbane come territori chiave per le sfide di crescita intelligente, inclusiva e sostenibile della Strategia 2020.
In Italia, la definizione di politiche urbane nazionali è in ritardo, ma nell’Accordo di Partenariato 2014-2020 sono individuati i drivers per le città: modernizzazione dei servizi urbani, pratiche per l’inclusione sociale, promozione di filiere produttive locali.
Si delineano strategie per diverse Italie: il Sud, le Città metropolitane, le aree interne.
I governi regionali declinano assi strategici su territori diversamente connotati.
I programmi sono accomunati dall’ottica smart: inclusione sociale, valorizzazione culturale delle identità paesaggistiche e storico-architettoniche, promozione di filiere produttive locali, digitalizzazione.
Il riconoscimento dei contesti evidenzia il valore del sistema policentrico italiano e le differenze dei fenomeni insediativi, variegate situazioni urbanistiche, molteplici tipi di domande da parte delle imprese e della popolazione, differenti comportamenti istituzionali.
Le fragilità metropolitane sono più o meno pronunciate, ma simili nel rappresentare i disagi della vita urbana. La concentrazione di attività, la produzione di ricchezza, l’offerta di servizi sono comuni agli ambiti metropolitani, ma con disuguali dotazioni infrastrutturali materiali e immateriali. Le perimetrazioni delle Città Metropolitane non aderiscono adeguatamente ai sistemi insediativi, produttivi e della mobilità delle popolazioni.
La città policentrica italiana può specializzarsi per coordinare i processi di sviluppo, gestire i programmi per raggiungere risultati ottimali valorizzando le risorse, le competenze e le energie.
Le politiche urbane si devono riferire amobilità sostenibile, accesso all’abitazione, risparmio energetico, utilizzo delle dotazioni digitali, equità sociale, produttività, efficienza ambientale dei cicli urbani, sicurezza. Nel tendere verso un territorio istituzionale e fisico dotato di conoscenza, risorse e capitale sociale, reddito, convergenza degli interessi, rappresentatività, si devono assumeregli obiettivi per la qualità e l’efficienza dei servizi urbani,come diritti da garantire in tutto il Paese per l’integrazione delle cittadinanze, e l’approccio placebasedper declinare le azioni appropriatamente ai diversi contesti urbani e territoriali.
Le politiche nazionalidevono indurre verso nuove modalità di governo, per migliorare i servizi urbani e ridurne i costi, ammodernare la pubblica amministrazione, riabilitare il rapporto tra cittadini e istituzioni, tra democrazia rappresentativa e partecipazione.
Si ponela necessità di integrare le politiche di sviluppo delle città-snodo con quelle dei territori che non sono compresi nei confini metropolitani: una vastità di patrimoni e di capacità, per la quale sono richieste modalità di formazione delle scelte e di condivisione degli obiettivi che diano forza e forma agli interessi locali, alle organizzazioni economiche e professionali, ai gruppi sociali.
E’ l’occasione per un Progetto Paese che esca dalla straordinarietà e inneschi un processo ordinario, intersettoriale e appoggiato a scale di governo adeguate.In questo scenario, le risorse diventano beni collettivi esenti da retorica, sono valutabili, il loro uso è monitorabile. La distribuzione dell’incremento di valore dei suoli urbani e lo scambio di capitali sociali entrano nella definizione delle politiche;il benessere ambientale, la solidarietà sociale e l’efficienza pubblica diventano indicatori della propensione al futuro.
Le città, dotate di progetto, possono entrare nella rete urbana europea e allocare correttamente le risorse finanziarie per la riqualificazione urbana, fisica e sociale.Il successo è correlato alla cooperazione territoriale, alla coesione e all’integrazione tra uso corretto delle risorse e utilizzo delle nuove tecnologie. Sostenibilità e contenimento del consumo di suolo diventano prerequisiti degli interventi di manutenzione e incremento delle prestazioni e del capitale ecologico urbano.Il cambiamento riguarda l’evoluzione della coabitazione urbana, le modalità di erogazione dei servizi, l’introduzione del fattore tempo e dei cicli di vita delle persone -compresi i disagi, nella domanda di città e nel progetto di riqualificazione dei suoi spazi fisici, l’accesso alle informazioni. E’ un mondo di rapporti, interazioni, scambi. L’integrazione auspicata si basa sui cicli della vita urbana: operare sui cicli (acqua, rifiuti, energia) trasforma i luoghi urbani da consumatori a produttori, da inquinatori a risanatori. Non vi sono separabili ideazione e gestione, tradizione e innovazione, governance e partecipazione, per nuove relazioni fra soddisfacimento dei bisogni individuali e qualità dei valori collettivi.Nello spazio metropolitano sostenibile ed equilibrato,i luoghi delle comunità possono assumere connotati concreti di laboratori civici, utili al ripristino di relazioni di fiducia, a cittadinanzeconsapevoli.
E’ a questo scenario che devono riferirsi le scelte relative provvedimenti di riforma,assetti istituzionali,articolazioni territoriali, strumenti di pianificazione, per rendere possibili:
- progetti territoriali immediatamente operativi e dotati di risorse, per prevenzione e gestione dei rischi;creazione di reti ecologiche e infrastrutture blu e verdi, che riconciliano ambienti urbani e condizioni di naturalità;dotazioni di infrastrutture fisiche e per l’accessibilità ai dati immateriali, che avvicinano le popolazioni, aumentano le occasioni di lavoro e la creatività individuale e collettiva;
- azioni di rigenerazione urbana comprensiva disoluzioni per adattamento climatico, inclusione sociale e accesso alla casa, innovazione d’impresa, produzione e distribuzione di ricchezza pubblica e privata;
- unitarieà di progetto di modernizzazione tecnologica e dei luoghi;
- promozione di pratiche partecipative per rimodulare il sistema di welfare locale, anche tramite proposte di servizi leggeri di quartiere e assunzione di compiti da parte della cittadinanza, così da indurre rapporti di comunità e la riduzione per la Pubblica Amministrazione del peso economico;
- sostegno alla lungimiranza nell’impegno pubblico, per dare alle misure adottate una consistenza di lunga durata.
Gli strumenti di pianificazione partecipano al cambiamento. Assunti come componenti di progetto i paradigmi della sostenibilità dello sviluppo, dell’efficienza ambientale degli ambienti urbani, dell’inclusione sociale, del supporto alla produttività e all’innovazione, del contenimento del consumo di suolo e del riequilibrio insediativo, il piano diventa un documento di programmazione condivisibile, un raccontoconsapevole delle città nelle quali viviamo e di quelle dove vorremmo vivere. Lo accompagnano progetti urbanistici concreti, fattibili, che recuperano il meglio delle competenze tecniche e si avvicinano alla realtà fisica degli edifici, delle piazze, dei giardini, delle strade, materia viva da riprogettare nel dettaglio. Si possono rappresentare i rapporti tra le popolazioni e gli ambienti fisici, gli effetti delle scelte sull’ambiente, la salute umana, l’economia, la società. Si possono unire programmazione territoriale e programmazione di spesa (un patto sociale per le priorità d’intervento e di costo per la collettività).
Non mancano le esperienze, le buone e le cattive pratiche, per l’urbanistica utile al rinnovo della città,per garantire la permanenza dei patrimoni paesaggistici e ambientali, gestire la non prevedibilità, rendere comprensibile la formazione delle scelte.Mancano invece:
- il coraggio di abbandonare il tradizionale piano regolatore, riproposto a tutti i livelli di governo;
- l’impegno per una concreta semplificazione legislativa, che permetta di eliminare il sovraffollamento di provvedimenti settoriali e di delineare Codici fondamentali (del paesaggio, dell’ambiente e della protezione dei suoli, del governo del territorio e dell’urbanistica);
- l’applicazione sperimentale nel rinnovo degli strumenti tecnici;
- l’investimento nella qualità professionale, nella responsabilità e nella formazione.
Fra i temi che l’INU propone da tempo per le città del futuro, vi sono:
- la definizione del territorio, in tutte le sue componenti, come bene comune, comprensivo selle popolazioni;
- la pariteticità degli obiettivi di sviluppo socio-economico, di uso razionale del suolo e di soddisfacimento dei bisogni abitativi;
- l’inclusione delle pratiche partecipative nella formazione delle scelte relative agli assetti del territorio e agli usi degli immobili;
- l’utilizzo della fiscalità per l’efficacia delle politiche territoriali e urbanistiche;
- i princìpi di sussidiarietà, adeguatezza, differenziazione, consensualità, proporzionalità, concorrenza, leale collaborazione tra pubbliche amministrazioni e tra queste ultime e i privati.
Questioni che non sono trattabili separatamente dal riassetto istituzionale per il governo del territorio, e che devono ad esso rendersi utili, con aggiornamenti di sostanza.
Non è opportuno ripartire da zero e perdere le risorse prodotte dalla pianificazione dell’ultimo ventennio, delle quali si può fare buon usoperil cambio di paradigama, una base per il cambiamento, per il progetto della rete territoriale italiana (aree urbane, aree interne, capitali sociali, ambiti propulsivi), in un’inscindibile unità di visione, forte delle diversità dei luoghi, degli attori sociali ed economici, dei patrimoni culturali. In essa prende corpo la città come motore di sviluppo, nella quale sono rilevanti la cura nell’uso delle risorse, un’etica dei beni comuni, nuovi stili di vita, la creazione delle condizioni di convivenza in spazi diversamente percepiti e vissuti, dove densità e spazi aperti, paesaggi urbani e rurali si distinguono e si sostengono.
L’INU si pone in questo quadro come un soggetto che può contribuire alla conoscenza dei molteplici contesti urbani e alla costruzione delle politiche per le città italiane, che permettano di gestire l’incertezza e renderci capaci di valutare condizioni date e condizioni auspicabili. Si tratta di predisporre un’analisi efficace del cambiamento delle condizioni urbane e indicare scenari prospettabili convincenti, per recuperare la lentezza della risposta progettuale, restituire al piano urbanistico un rango di utilità e al progetto un’efficace centralità, contribuire alla semplificazione e alla flessibilità senza rinunciare alla complessità.

Data di pubblicazione: 17 dicembre 2014