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Muscat: Urbanistica in tre ecologie *

Così come Banham (1971) non trovava continuità storica nella sua analisi di Los Angeles, allo stesso modo non si rileva alcuna linea conduttrice nello sviluppo urbano dell’Oman. Guidando attraverso il suo ampio sistema autostradale, punteggiato dall’arcipelago dei quartieri satellite, non si può fare a meno di pensare infatti ad una piccola Los Angeles, trasferita in un clima tropicale-desertico. Montagne, dune e mare sono le coordinate paesaggistiche di un ambiente lunare. Generalmente il Sultanato è descritto come un paese unico e tradizionalmente bello in tutti i sensi, in un’ottica per lo più storicizzante. Talvolta tuttavia, guardare attraverso lo specchietto retrovisore della storia non aiuta, soprattutto quando un’intera società si trova nel mezzo di un percorso di trasformazione - iperattivo e ancora basato sul petrolio - verso… beh, verso dove?

La crescita urbana incontrollata

Dal momento della scoperta del petrolio negli anni sessanta e della presa del potere da parte del giovane sultano Qaboos bin Said Al Said nel 1970, il Sultanato dell’Oman è stato testimone di uno smisurato sviluppo sociale ed economico. L’ambizioso obbiettivo consisteva in una trasformazione dell’Oman da un paese isolato e ristagnante in uno stato moderno. Strade, ospedali e scuole furono costruiti, stimolando ulteriore sviluppo. Ben presto, l’archetipo insediativo del villaggio omanita tradizionale venne sostituito da un meccanismo di distribuzione dei suoli edificabili in base ad una lotteria [1]. Oggi, ogni cittadino dell’Oman ha diritto a un pezzo di terra per costruire un edificio residenziale con un ingombro determinato.

Dopo la costruzione delle infrastrutture primarie per servizi energetici, commerciali e residenziali, la costante e, da un certo punto in poi, esponenziale crescita della popolazione ha causato un’ulteriore accelerazione dello sviluppo, che continua fino ai giorni nostri. Tuttavia, dal 2014 il processo è stato notevolmente rallentato dal forte calo del prezzo del petrolio.

La crescita urbana è avvenuta nella maggior parte dei casi attraverso singole operazioni immobiliari, in assenza di un chiaro disegno urbanistico. L’approccio frammentario e la mancanza di una chiara connessione con il contesto urbano, sociale ed economico ha effetti negativi, che stanno diventando sempre più evidenti.

Expat e tipologie edilizie

Quasi la metà della popolazione totale dell’Oman - a 4,4 milioni di persone - è composta da ‘expat’, ovvero residenti stranieri con permesso di lavoro a tempo limitato. La maggior parte degli expat sono impiegati nel settore privato, in contrasto con l’imponente struttura della pubblica amministrazione, quasi esclusivamente omanita.

La minoranza degli expat è costituita da ben pagati professionisti occidentali, provenienti soprattutto dall’Europa. Un altro gruppo è costituito da amministrativi e professionisti di altre fasce a reddito medio, provenienti da India e Medio Oriente. Infine, la grande maggioranza è formata da manodopera non qualificata nel settore delle costruzioni (dal Pakistan, Bangladesh e India) e donne di servizio provenienti in gran parte dalle Filippine o in altri paesi del Sud-Est asiatico. Il trasferimento di denaro verso i rispettivi paesi è la cosa più naturale per la maggior parte di questi ultimi, come provato dalle lunghe code alle agenzie di trasferimento e ai bancomat alla fine di ogni mese. Il trasferimento di denaro è il vero, ancorché invisibile, legame tra la forza lavoro immigrata e la loro patria.

Gli expat di tutti i livelli sono accomunati da un diritto del lavoro che non garantisce altro che uno stato di residenza temporaneo. La possibilità di acquisire proprietà di beni immobili è estremamente limitata. A causa di questo vincolo, gli expat non sono coinvolti nello sviluppo urbano ed una attiva partecipazione non esiste.

Expat e locali vivono non lontani gli uni dagli altri nella maggior parte delle zone residenziali. Tuttavia, le nuove aree residenziali suburbane tendono a diventare esclusivamente omanite, con le fasce a più basso reddito spinte ai margini. Alcuni quartieri sono al contrario esclusivamente indiani o pakistani ed evitati dalla gente del posto. I lavoratori edili vivono per lo più nei cantieri, o, in caso di grandi progetti infrastrutturali, in improvvisati campi di lavoro appositamente allestiti.

Nonostante questa separazione, se si osserva con maggiore attenzione, risulta evidente che i locali e gli expat dipendono reciprocamente gli uni dagli altri. Per esempio nel settore immobiliare, solo pochissimi ricchi expat sono in grado di acquistare una casa e, pertanto, i proprietari locali usufruiscono di un reddito costante percepito dall’ampia fascia popolazione di espatriati che vivono in affitto.

Tutto ciò contribuisce ad un forte contrasto tra le tipologie edilizie e la domanda abitativa. La serie infinita di monotone ville non riflette una società eterogenea. Ancor più, la ripetizione di schemi abitativi, dimensioni e tipologia edilizia limita fortemente le esigenze di nuclei familiari di diverse dimensioni o lavoratori expat singoli.

Una relazione più forte tra gli ‘abitanti’ e le ‘abitazioni’ potrebbe produrre un ambiente urbano assai più aperto e flessibile. Il coinvolgimento deve essere reso possibile per ogni residente, locale o straniero, in modo che la dipendenza dal clima economico sia attenuato da uno sviluppo sostenibile di comunità eterogenee.

La rete autostradale

I processi di urbanizzazione dipendono dalla libera circolazione di risorse. I mezzi di tale scambio di risorse sono organizzati attraverso un sistema infrastrutturale che comprende la rete di trasporto, l’approvvigionamento idrico, la fornitura di energia elettrica e la dotazione di aree urbane per lavorare e vivere. Grazie alle sue risorse di petrolio e gas, l’Oman ha raggiunto questo processo di urbanizzazione nel giro di pochi decenni.

Sin dalla prima strategia di sviluppo a lungo termine, concepita nel 1970, il paese ha deciso di promuovere uno sviluppo urbano a bassa densità. Piani territoriali sono stati implementati senza qualità, e basati prevalentemente su un criterio di funzionalità quantitativa. Qualsiasi concentrazione di densità o mix funzionale appaiono indesiderati, o difficili da raggiungere. Questo è un risultato tipico di un settore pubblico inefficiente e non qualificato. I suoli edificabili sono stati e tuttora vengono distribuiti ai residenti locali dell’Oman per mezzo di un sistema di lotteria. Dimensioni, trama e ingombri degli edifici sono uniformi, dando vita a grandi sobborghi residenziali.

L’accesso e la connessione di tali aree sono resi possibili da una rete stradale sovradimensionata. La maggior parte delle strade sono state progettate senza intersezioni per assicurare velocità elevate attraverso un vario paesaggio. Percorrere queste autostrade è un tour de force visivo fintanto che la topografia favorisce l’orientamento e la visione d’insieme.

L’Oman ha investito prevalentemente sul traffico automobilistico privato come principale mezzo di trasporto per i pendolari. Tuttavia esiste una rete informale di trasporto collettivo. Minibus e taxi sono la scelta di viaggio per molti lavoratori delle fasce a basso reddito. Recentemente, una rete di autobus pubblici è stata introdotta e corre lungo l’asse principale di Muscat, collegando le parti Est e Ovest della città. Ovviamente la rete è limitata alle fermate presso i principali nodi di trasporto: da lì si è di nuovo costretti a ricorrere ai taxi privati per raggiungere la destinazione finale.

Sulla base di una maggiore integrazione tra trasporto privato e pubblico, le autostrade potrebbero essere molto più che semplici flussi funzionali di trasporto. Nodi di traffico e incroci dovrebbero avere la funzione di punti focali attivi per i sub-centri (quartieri), in un ambiente di periferia altrimenti monotono. Questo principio presuppone velocità inferiori in questi sub-centri e una ulteriore maglia di strade, vie e percorsi per tutti i mezzi di trasporto. La griglia stradale non dovrebbe essere uno strato separato di un astratto piano regolatore stradale, ma parte integrante dello spazio aperto nelle aree urbanizzate.

La costa

Il Sultanato dell’Oman dispone di una linea costiera di oltre 2800 chilometri, un paesaggio continuo che collega lo stretto di Hormuz, il Mare Arabico e l’Oceano Indiano. La costa è un’area geografica eterogenea caratterizzata da ecosistemi che interagiscono diversamente. Questi variano da sistemi naturali terrestri e acquatici, come l’arido deserto e il mare aperto, fino ad ambienti antropici, come terreni agricoli e tessuti urbani.

La popolazione locale ha stabilito un forte rapporto con il suo paesaggio, in particolare nel contesto del clima caldo e arido. Tradizionalmente, i villaggi di pescatori lungo la costa e le fattorie agricole in montagna e pianura sono stati essenziali per l’approvvigionamento delle risorse alimentari necessarie per la popolazione.

Il passaggio da un’economia di sussistenza locale all’economia del mercato globale ha prodotto un uso contrasto del paesaggio e in particolare di quello costiero. Attualmente, l’intera ecologia del litorale è soggetta ad un processo di modifiche sostanziali. La privatizzazione di vaste aree è un elemento chiave per lo sviluppo urbano, in particolare riguardo a progetti turistici e infrastrutturali. Sfortunatamente, la maggior parte di questi ampi complessi sono costruiti senza rispetto, o anche semplice considerazione, della topografia naturale.

Per quanto questi progetti servono la necessità di diversificazione economica, essi ricordano enclave esclusivi in un contesto che si basa sulla eterogeneità. L’attuale processo di privatizzazione limita l’accesso pubblico diretto alla costa e, cosa ancora più importante, impedisce lo sviluppo futuro di uno spazio pubblico continuo lungo la costa. Questo risultato è particolarmente infelice perché la popolazione locale solo recentemente ha individuato la costa come uno spazio ricreativo per varie attività non sono esclusive. Di sera la maggior parte dei residenti locali passeggia lungo le spiagge, usufruendo delle temperature più basse in contatto con la natura. I giovani si riuniscono per beneficiare di tempo fuori dalle case natie. Questi esempi mostrano una recente, ma crescente, necessità di spazi aperti di qualità.

Considerando la vulnerabilità della costa ed il suo potenziale come spazio sociale, un attento sviluppo della fascia litoranea è uno scenario altamente desiderabile. L’accessibilità al pubblico deve divenire un prerequisito per la pianificazione dei suoli costieri e considerato come un bene futuro all’interno di un ambiente in costante e rapido cambiamento.

La costa è un sistema complesso parte di un’ecologia generale del paesaggio e soprattutto del ciclo idrologico. Pertanto, qualsiasi sviluppo urbano deve necessariamente essere ben integrato nella topografia naturale e nella morfologia della costa.

Epilogo

L’imponente sviluppo urbano in Oman sembra avere una logica di là della comprensione. Muscat non è coerente, mancando di uno spazio urbano identificabili e di una forma urbana riconoscibile.

Reyner Banham (1971) conclude affermando che “ci sono tante città possibili quante sono le possibili forme di società umana, ma Los Angeles suggerisce con forza che non esiste una semplice correlazione tra la forma urbana e la forma sociale”. Questo potrebbe essere vero anche per Muscat. Ma abbiamo anche visto che la forma urbana e la forma sociale sono inseparabili e possono essere combinate con reciproco beneficio. Pertanto si argomenta che soltanto nella relazione tra la forma urbana e la forma sociale si potrebbe raggiungere un paradigma per l’attuale sviluppo urbano nel Sultanato dell’Oman.

Muscat è una città con un contesto unico e deve reagire di conseguenza. Esiste un sistema coerente di ecologie riconoscibili, non importa se esistenti, in divenire, prodotte dall’uomo o naturali. Hanno bisogno di essere riconosciute e accolte.

Traduzione di Francesca Arici

[1Il Royal Decree n. 81/84 stabilisce che ogni cittadino dell’Oman ha il diritto di ottenere in concessione dal governo un lotto residenziale. Ogni cittadino può partecipare al sorteggio di un terreno edificabile secondo i piani di lottizzazione predisposti dal Ministry of Housing, durante una lotteria pubblica (Al Gharibi, 2014)

Data di pubblicazione: 9 giugno 2017