Urbanistica INFORMAZIONI

La città stratificata

In IV di copertina

Ortofoto di precisione RGBI, 5cm GSD (fonte: PoliTo-SDG11Lab, rilievo fotogrammetrico aereo su Torino con sensore Leica CityMapper-2 del 28-
29.01.2022); Ortofoto con valori termici, 20cm GSD (fonte: PoliTo-SDG11Lab, rilievo aereo con camera termica FLIR A8580 su Torino, Zona tra Borgo
Vittoria e Vanchiglietta, 23.03.2023); Elaborazione sulla radiazione solare nella Città di Torino, 50cm GSD (fonte: PoliTo-SDG11Lab, elaborazione propria).

La Città contemporanea è un’entità estremamente complessa, che non può essere osservata solo analizzando simultaneamente una molteplicità di informazioni, spazializzate e non.
L’immagine in copertina riporta tre fasce orizzontali, rappresentazione semplificata di una struttura stratificata simile a una torta.
Tuttavia, a differenza del modello teorizzato da Ian McHarg nel 1969, inteso per l’integrazione tra elementi naturali e umani, gli strati informativi qui rappresentati hanno una natura prettamente tecnica, nonché artificiale.
Il primo strato informativo è quello che può essere osservato dall’occhio umano.
Sebbene gli strumenti di acquisizione e le tecniche di processamento delle immagini garantiscano l’osservazione simultanea di vastissime parti di territorio a una risoluzione impareggiabile per l’occhio umano, l’ortofoto alla base integra i canali del rosso, verde e blu per ricreare una visione identica a quella umana.
Naturalmente cambia anche la prospettiva, non da terra ma da un punto di proiezione indefinito sopra di noi.
La possibilità di osservare dall’alto con una visione comparabile a quella umana permette un’umanizzazione della cartografia.
È infatti necessaria una componente umana per l’interpretazione visuale di quanto viene mostrato, senza simboli che limitino il contenuto dell’immagine a quello osservato dal cartografo.
È poi possibile indossare “lenti” diverse, migliorando l’occhio umano in termini di risoluzione non solo spaziale ma anche spettrale.
È così possibile ricreare un’ortofoto che mostra i valori termici.
Sebbene una prima interpretazione sia fornita nel momento in cui si opera la scelta di colori per la restituzione dell’ortofoto termica, sta all’osservatore l’analisi dei pattern spaziali, nonché l’identificazione visiva degli elementi più e meno caldi.
E sulla base di tali informazioni si può costruire un corpo di dati con applicazioni molteplici.
A titolo esemplificativo, una delle principali applicazioni della termografia in ambito energetico riguarda l’analisi della qualità dell’involucro edilizio, in quanto la temperatura superficiale ne rispecchia le performance in termini termici.
Infine, anche i prodotti intermedi per la realizzazione delle ortofoto, quali i modelli digitali delle superfici, possono essere utilizzati per produrre informazioni geospaziali.
Tramite algoritmi complessi, che interpretano altezze, orientamenti ed esposizioni, è possibile elaborare l’andamento delle ombre in diversi momenti della giornata.
Integrando tali calcoli con analisi meteorologiche, è possibile calcolare la radiazione solare incidente, mostrata nel terzo strato.
Questa permette la quantificazione della producibilità dei pannelli fotovoltaici, ma serve anche da base per studi relativi alla qualità dello spazio pubblico, rendendo possibile l’estrapolazione delle aree maggiormente assolate nelle diverse stagioni dell’anno.
Si noti come questi strati non sono semplicemente sovrapposti, ma si integrano e completano.
Nell’immagine riportata, la sovrapposizione diventa continuità spaziale, formando così uno spazio urbano unico, sebbene caratterizzato in modi diversi.
Le componenti di percezione, reale e aumentata, nonché le elaborazioni di carattere prettamente tecnico, si integrano per formare un corpus di conoscenza della città e del territorio.
Sta a chi osserva e interpreta la possibilità di utilizzare lenti diverse per la comprensione e la restituzione di spazi urbani contigui, ciascuno con il proprio carattere e la propria specificità.

Pubblicato il 28 luglio 2025