Urbanistica INFORMAZIONI

Il cantiere della nuova legge di principi sul governo del territorio

Anche approfittando della ventata riformista che sta interessando negli ultimi mesi il nostro Paese, le trasformazioni promosse dal Pnrr sembrano destinate a incoraggiare profondi cambiamenti nella stessa disciplina urbanistica. Come abbiamo avuto modo di osservare nel numero precedente di Urbanistica Informazioni, sembra venuto il momento di ricercare una maggiore convergenza tra l’accelerazione dei tempi della azione pubblica che è stata impressa dal Recovery Fund e l’impegno a perseguire una significativa razionalizzazione dei processi decisionali e attuativi che si affidano al metodo della pianificazione. Non solo; nella attuale congiuntura l’esigenza di garantire una pronta ‘messa a terra’ degli imponenti flussi finanziari previsti per il prossimo quinquennio chiama indirettamente in causa la capacità del governo del territorio di assicurare un efficiente collegamento tra le politiche di spesa elaborate dalla pubblica amministrazione e la tempestiva realizzazione degli obiettivi del Piano di ripresa e resilienza.

Nella consapevolezza delle responsabilità assegnate in questa complicata ed entusiasmante congiuntura al processo di pianificazione, l’Istituto nazionale di urbanistica ha avviato nella primavera del 2020 una riflessione sul ruolo che gli urbanisti potranno svolgere nella fase di uscita dalla pandemia, che è culminata nella predisposizione del documento “Le proposte dell’Istituto Nazionale di Urbanistica per il superamento dell’emergenza e il rilancio del Paese” e nella partecipazione ad un dibattito pubblico sempre più intenso.

Nella fase attuale sembra ormai inevitabile pensare ad un ulteriore passo in avanti, che dovrà culminare nella adozione di un nuovo approccio al governo del territorio che assicuri una corretta territorializzazione degli interventi di trasformazione. In attesa che l’Assemblea dei Soci convocata per il 24 settembre 2021 consenta di coinvolgere l’intero Istituto in questa impegnativa riflessione, sono stati compiuti alcuni passi significativi verso l’attivazione di un tavolo inter-istituzionale, aperto anche agli ordini professionali e all’associazionismo di settore, con lo scopo di definire i criteri ispiratori di una “Legge di principi sul governo del territorio”.

Nel riprendere il cammino verso una riforma urbanistica che consenta di raccogliere le sollecitazioni a favorire l’incremento di efficacia e di flessibilità del sistema di pianificazione, abbiamo avviato negli ultimi mesi una collaborazione con soggetti e istituzioni che potranno contribuire all’esito positivo di questo “cantiere”. Insieme al Centro nazionale di studi urbanistici (Censu) e alla Società italiana degli urbanisti (Siu), l’Inu ha avviato un lavoro di approfondimento seminariale, che dopo aver consentito la pubblicazione, per i tipi de Il Sole24Ore, del dossier “Urbanistica. Le leggi regionali a confronto per il buon governo del Paese” (maggio 2021), ha favorito il coinvolgimento di un nutrito gruppo di studiosi intorno a sette ambiti tematici: 1. Obiettivi, criteri e metodi per la pianificazione di città e territori sostenibili; 2. I livelli e gli strumenti per la pianificazione integrata del territorio; 3. La rigenerazione per la transizione ecologica; 4. Dotazioni per la città pubblica; 5. L’uso sociale della proprietà immobiliare nella trasformazione urbana; 6. Governance e partecipazione; 7. Innovazione tecnologica nei processi di pianificazione e di governo del territorio.

Nei prossimi numeri Urbanistica Informazioni potrà certamente dar conto dei risultati di questa elaborazione, ma intanto mi preme anticipare una importante convergenza su alcuni principi e criteri generali dai quali dovrebbe prendere il via la elaborazione di una nuova Legge. In grande sintesi vorrei richiamare innanzitutto la necessità di disporre di un quadro conoscitivo con cui affrontare l’interpretazione e la valutazione degli elementi di novità presenti nel contesto insediativo, la cui assenza ha finora ostacolato non solamente la messa a punto di una visione di insieme, ma ha reso particolarmente difficile il confronto con questioni nuove e urgenti, connesse al cambiamento climatico, alla globalizzazione, all’invecchiamento della popolazione e alla crescita delle disuguaglianze.

In secondo luogo la Legge di principi dovrebbe sostenere con forza la necessità di operare un risoluto ridisegno del sistema di pianificazione, che consenta di superare finalmente l’impianto gerarchico della legge urbanistica fondamentale, e di recepire più concretamente alcune acquisizioni del dibattito contemporaneo (sussidiarietà, sostenibilità, condivisione, ecc.) che faticano ad imporsi nella esperienza quotidiana.

E, ancora, questa nuova Legge dovrebbe porsi l’obiettivo di contribuire alla ridefinizione della forma del piano, con effetti significativi per la configurazione dei principali strumenti di pianificazione, accogliendo le richieste di una diversificazione della strumentazione urbanistica a seconda della dimensione demografico-territoriale dei comuni e, soprattutto, di una concentrazione della disciplina della trasformazione nelle aree già urbanizzate, con effetti significativi per il contenimento del consumo di suolo.

Infine l’approvazione della Legge potrebbe favorire il varo di una riforma del regime dei suoli che, anche sulla scorta di una lunga serie di proposte innovative e di parziali sperimentazioni soprattutto a livello regionale, dovrebbe preludere al riconoscimento della funzione sociale della proprietà privata. Le componenti fondamentali di questo disegno riguardano il coinvolgimento dei proprietari di beni immobili nell’implementazione dei processi di rigenerazione urbana, la diffusione e la regolamentazione del ricorso alla perequazione urbanistica, l’introduzione di nuovi strumenti di fiscalità urbana per coinvolgere gli abitanti nella riqualificazione della città (come la Tassa di scopo o la Cattura dell’incremento del valore della rendita).

È bene ribadire che i tempi necessari alla discussione e, successivamente, alla approvazione di una Legge di Principi sul governo del territorio potrebbero entrare in conflitto con l’esigenza di contenere il più possibile la durata delle procedure necessarie a mettere in sicurezza il governo del territorio, e a garantire la fattibilità degli interventi del Pnrr.

Della possibilità di mettere a punto una strategia a due velocità – che consentirebbe di puntare su alcuni obiettivi di breve termine senza interferire con il ‘cantiere’ della legge del governo del territorio - avremo modo di discutere nei prossimi mesi. Ma con il pragmatismo che nella fase attuale è indispensabile adottare, conviene bruciare i tempi e studiare alcune misure urgenti che siano in grado di migliorare le performances della amministrazione del governo del territorio: ipotizzando, ad esempio, di affidare ai Provveditorati delle opere pubbliche – opportunamente potenziati con l’inserimento di personale tecnico e articolati su base provinciale – il compito di sostenere gli enti locali nel rafforzamento dei processi cognitivi a supporto degli strumenti di pianificazione, e nella ‘messa a terra’ dei progetti del Pnrr; oppure studiando formule efficaci per la razionalizzazione delle procedure autorizzative e di controllo nel governo del territorio mediante il rafforzamento dell’istituto della Conferenza dei servizi; o, infine, suggerendo di affidare alla pubblica amministrazione nuovi compiti di indirizzo e di coordinamento nel campo della rigenerazione urbana che ripropongano e attualizzino l’esperienza maturata dal Cer (Comitato per l’edilizia residenziale), dalla Dicoter (e da Gaetano Fontana) a partire dagli anni Novanta nella stagione della programmazione complessa.

Data di pubblicazione: 9 settembre 2021