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Havana, porta del nuovo mondo

L’Avana è una metropoli caraibica a forte influenza mediterranea, che si è risparmiata la fase di rinnovamento urbano globale e sovrasviluppo della seconda metà del XX secolo.
Ancora oggi, la città mantiene intatta la sua impronta urbana tradizionale.
Il suo spirito unico e affascinante risiede non solo nelle ben note qualità della sua musica e del suo ritmo, della vivace vita di strada e dell’ambiente disteso, ma anche nella sua architettura.
Purtroppo la giustapposizione armoniosa di differenti stili architettonici, che si è stratificata nel corso dei secoli vedendo anche interventi di architetti di fama mondiale, è oggi minacciata da crescita incontrollata, abusivismo, sprawl.
Per tale ragione è stato concepito un Master Plan che avesse l’obiettivo di conservare lo spirito della città e le sue eredità storica, urbana ed edilizia, e al contempo favorisse il futuro sviluppo urbano dell’Avana in maniera compatibile con la sua storia, i suoi paesaggi, e le peculiarità dei suoi cittadini.
Il Master Plan tiene conto della predisposizione dell’Avana ad un cambiamento intelligente e ad un rinnovamento volto allo sviluppo sostenibile, che riconcili i bisogni umani con gli imperativi ecologici, e preveda la sopravvivenza dello spirito autentico della città, un contesto urbano con una forte identità culturale.

Una metropoli caraibica in espansione

Dagli inizi del XX secolo la speculazione terriera, associata ad una mancanza di un effettivo controllo urbanistico, fece sì che l’Avana crescesse indiscriminatamente, favorendo lo sprawl e la perdita del suo carattere distintivo di mixité di usi pubblici e privati.
Nacquero così nuovi sobborghi nella periferia ovest, influenzati principalmente dal modello USA basato sull’uso dell’auto privata. Si contarono numerosi piani urbanistici, redatti da architetti locali, che, pur tentando di sopperire alla scarsità di spazi verdi e al crescente traffico dovuto alla mancanza di infrastrutture, non ebbero seguito.
In aree centrali dell’Avana, come il Paseo del Prado e la zona del Parque Central, vennero eretti nuovi edifici di rappresentanza per i diversi gruppi regionali spagnoli, e vennero impiegate nuove tecniche costruttive importate dagli Usa, come le strutture in cemento armato e in acciaio. La scala di questi edifici non si rapportava al tessuto edilizio esistente, creando così degli impatti notevoli sul paesaggio urbano.
Nel 1926 il Governo cubano commissionò un piano di abbellimento della città al paesaggista francese J. C. N. Forestier. Questi basò il suo piano su una rete di boulevards rettilinei per decongestionare il traffico e plasmare una nuova immagine monumentale dell’Avana attraverso la connessione fisica e visiva dei nodi più importanti.
Malgrado il piano di Forestier venne realizzato solo parzialmente, entro il 1930 l’Avana era già una metropoli caraibica in espansione, con un centro compatto, una cintura urbana ben definita e un paesaggio urbano distintivo e vitale, a riaffermare l’antico spirito dei luoghi.
Il boom economico favorì Cuba dalla II Guerra Mondiale sino agli anni ‘50.
L’Avana in quel periodo brillò per l’eccellenza nel campo dell’architettura e dell’edilizia, e ospitò un’élite internazionale di architetti che visitarono e tennero conferenze in città, tra cui Gropius, Neutra, Mies van der Rohe and Philip Johnson.
Purtroppo non mancavano alcune minacce all’integrità della città. Il National Planning Board, creato nel 1955, commissionò alla Town Planning Associates di Josep Lluís Sert la redazione di un nuovo piano urbanistico, che purtroppo negò l’eredità e lo spirito originali dell’Avana, prevedendo un’isola artificiale con hotel e casino per gli americani nel Malecòn. Se fosse stata costruita, avrebbe avuto un effetto negativo sullo spirito dell’Avana, e prodotto un cambiamento del waterfront.
Dopo la rivoluzione del 1959, venne interrotto lo sviluppo urbano dell’Avana, per favorire lo sviluppo del resto della nazione.
I master plans sviluppati dalle agenzie di pianificazione statale negli anni ‘60 e ‘70 del novecento furono una mera trasposizione dei programmi sociali ed economici del Governo, e importarono a Cuba gli stereotipi architettonici dei prefabbricati dell’Europa dell’Est, incompatibili con il contesto urbano esistente.
Queste nuove tecniche erano probabilmente una soluzione rapida alla carenza di alloggi, e vennero impiegate in diverse zone dell’Avana, causando delle radicali trasformazioni nel tessuto esistente, la cui griglia tradizionale venne a poco a poco cancellata.
Ci fu un incremento dello sprawl, dovuto alla nascita di nuovi sobborghi-satellite, seguendo gli esempi negativi dell’urbanistica internazionale.
Queste nuove espansioni non prevedevano una diversificazione degli usi, mancavano di spazi pubblici e aree verdi, e non avevano alcuna connessione con il resto della città.
I problemi dell’espansione edilizia, dei trasporti e delle infrastrutture non vennero all’epoca adeguatamente considerati, e rimangono un grave problema ancora ai nostri giorni.
Le costruzioni dell’epoca non avevano delle dimensioni esagerate, ed in un certo qual modo non causarono la perdita dello spirito autentico dei luoghi.
La caduta dell’Unione Sovietica alla fine degli anni 80 portò un’ondata di investimenti esteri a Cuba, e conseguentemente nuovi progetti edilizi al di fuori della zona centrale dell’Avana.
Accadde nuovamente che questi piani ignorassero il carattere misto della città, creando così delle zone “morte” attraverso la segregazione delle funzioni.
Questi nuovi progetti, alla maniera dell’architettura americana del XX secolo – lo stile degli hotel di Miami- crearono un ambiente ostile all’identità culturale locale: sorsero edifici a curtain walls e con soffitti bassi, privi di logge e frangisole a proteggere dal caldo in maniera naturale, senza bisogno di aria condizionata.
Questi edifici non tengono in considerazione la peculiarità dei luoghi, e sono totalmente scollegati dalla realtà climatica, economica, sociale e culturale di Cuba.
L’impatto di questi interventi scellerati intacca direttamente lo spirito dell’Avana, e questo può diventare irreversibile nell’immediato futuro se Cuba viene assimilata in una nuova economia di mercato: molti progetti come questi potrebbero sorgere a seguito di investimenti stranieri.

La speranza del ritorno

Lo spirito unico e affascinante dell’Avana è una celebrazione di urbanistica e architettura, in continuo movimento, in connessione con le altre città del mondo e al contempo con una sua forte identità urbana.
Malgrado la città abbia visto una crescita importante durante il XX secolo, le è stata risparmiata la fase di rinnovamento urbano globale e sovrasviluppo della seconda metà del secolo scorso. L’Avana ha mantenuto la sua personalità originaria, ed è ora pronta per un cambiamento intelligente ed un rinnovamento in armonia con i principi dello sviluppo sostenibile.
Pensando a come far rivivere dei luoghi unici, si possono apprendere delle lezioni importanti guardando al loro passato e mettendosi in connessione con il loro spirito.
Un gruppo di architetti cubani, diretti da chi scrive, ha progettato un Master Plan volto a preservare lo spirito della città e la sua eredità storica, urbana e architettonica, incoraggiando il suo futuro sviluppo economico urbano.
Il piano esprime una visione indipendente dalle scelte governative e dalle indicazioni ufficiali delle agenzie di pianificazione. Esso guarda al futuro dell’Avana restando al contempo fedele alla sua storia, alle idiosincrasie della sua gente, al suo paesaggio.
Per la prima volta, un piano ha uno sguardo olistico e si articola sia a livello della pianificazione che del design urbano, dando continuità alle tradizioni urbane dell’Avana mentre cerca di creare un’immagine moderna.
Il piano si basa su dieci concetti chiave:

  1. La rivitalizzazione del Waterfront: un waterfront definisce una città
  2. Il rafforzamento della struttura policentrica dell’Avana
  3. L’aumento dello spazio pubblico
  4. Un nuovo sistema di trasporto pubblico
  5. Il miglioramento delle infrastrutture
  6. Mixed-use
  7. L’integrazione culturale e sociale
  8. Il recupero delle tradizionali Calzadas
  9. L’aumento delle aree verdi
  10. L’Urban Infill

Il progetto prevede la riqualificazione del waterfront con dei boulevards affacciati sul mare, delle piazze, dei parchi urbani e delle passeggiate che contribuiranno a creare nuovi scorci e un ambiente urbano favorevole ai pedoni anziché alle automobili.
Lo scopo è quello di far vivere gli spazi aperti, favorendo l’integrazione culturale: la gente può incontrarsi, rilassarsi all’aperto e approfittare della vita cittadina. Gli spazi pubblici saranno luoghi di qualità che ospiteranno installazioni artistiche, dove correre, passeggiare, guardare il tramonto, per dare vita ad una comunità sostenibile.
Il piano prevede la realizzazione di un nuovo sistema di trasporto pubblico, che segua la linea della costa e corra parallelamente al Malecón, attualmente soffocato dal traffico, lasciando quindi la sede attuale completamente pedonale, dando affaccio sul waterfront.
La strategia si articola sulla topografia esistente del reef, e crea una zona di buffer per bilanciare l’innalzamento del livello del mare dovuto al riscaldamento globale.
Queste zone servirebbero anche per proteggere le zone più antiche dell’Avana dall’aerosol marino.

Il carattere policentrico

Il piano presenta un’alternativa ecologica alla sub-urbanizzazione, rafforzando il carattere policentrico della città ed incrementando la dotazione di spazi verdi. Per ridurre lo sprawl, viene previsto il recupero delle arterie commerciali tradizionali, le calzadas, dove la vita cittadina è più vibrante. In termini ambientali, il piano prevede la bonifica dei fiumi e dell’area portuale esistente, trasformando il porto industriale dismesso in un’area sportiva attrezzata.
Questo principio può essere applicato ad altre aree della città. Dal 2007 al 2011 hanno avuto luogo quattro charrettes internazionali, che si sono concentrate sulla pianificazione del porto, la cui riqualificazione potrebbe servire come modello per il resto della città.
Il MasterPlan punta molto sul mixed use, caratteristica tipica dell’Avana tradizionale, e vuole rafforzare le identità dei diversi distretti, bilanciando anche la densità dei centri tradizionali, dove il commercio è molto importante.
L’Urban Infill comprende la creazione di due sobborghi principali, Vistamar e Habanamar, con loro centralità e spazio per circa un milione di nuovi alloggi per rispondere alle esigenze abitative contemporanee.
Si favoriranno le connessioni regionali, donando a queste zone delle caratteristiche legate alla geografia dei luoghi, alla loro storia e alla loro cultura.
Il Master Plan per l’Avana del XXI secolo aspira al miglioramento estetico e culturale della città, dove la popolazione possa vivere, lavorare e divertirsi: una città contemporanea che rispetti lo spirito dei luoghi, i suoi valori e la sua eredità culturale.

Data di pubblicazione: 27 marzo 2012